Il “De profundis di Cefalonia” di Luciano Chailly tra impegno etico-civile, teatralità e sperimentalismo grafico

Alberto Delama
Università degli Studi di Trento. Dipartimento di Lettere e Filosofia

Abstract

Il saggio indaga il De profundis di Cefalonia, composto da Luciano Chailly (1920-2002) tra il 1980 e il 1981. Il brano è dedicato alla memoria dei soldati italiani della Divisione Acqui che nel settembre del 1943 furono eliminati per mano dei nazisti sull’isola greca; si presenta come un lavoro d’ampio re- spiro che impiega tre cori, tre organi elettronici e sedici timpani. I cori canta- no rispettivamente in lingua latina, tedesca e italiana e le fonti letterarie sono poesie di Giuseppe Ravegnani (letterato e parente del compositore), Kurt Eisner e Alfons Petzold; al coro in lingua latina spetta il testo del Salmo 130 De profundis.
La composizione è decisamente interessante poiché spicca nella produzione musicale di Chailly. Sono presenti, infatti, innovazioni dal punto di vista del segno musicale che fanno riferimento a uno sperimentalismo inedito e per certi versi sorprendente da parte del compositore; questa scrittura grafica spe- rimentale viene impiegata sia per le parti vocali sia per quelle percussionisti- che. Inoltre, il De profundis di Cefalonia è una delle poche pagine del compo- sitore a metà tra ispirazione religiosa e impegno etico-civile. La composizione in generale cela un’evidente gestualità teatrale, elemento caratteristico della produzione di Chailly. 

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