De Musica Consolatione. Morte senza dramma e preghiere senza rituale nel Requiem tedesco di Brahms

Piero Mioli
Docente di storia della musica al conservatorio di Bologna

Abstract

Aveva otto anni quando gli capitò di vedere un film sul mitico Ulisse, e ne aveva ben 64 quando poté rappresentare un Ulisse in musica, l’ultima sua opera teatrale: era Luigi Dallapiccola (1904-1974), che così dicendo volle comunicare al mondo tutta la passione lungamente provata per l’omerico personaggio. Eccessi ed eccezioni a parte, nella storia della musica, un’arte com’è noto tanto commessa all’oralità e quindi sempre connessa con la quotidianità e la tempestività, sono molto frequenti i casi di pezzi scritti ed eseguiti nel giro di poco tempo, perfino di pochi giorni, ma non mancano casi opposti, di pezzi (gran brutta parola invero, ma invalsa nell’uso) covati per anni e decenni, prima balenati alla fantasia, poi stesi come appunti, in seguito elaborati, orchestrati, presentati al pubblico, infine rivisti, di nuovo composti, ulteriormente pubblicati (a volte anche maniacalmente, Bruckner e Puccini docent).

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