Un’inedita messa di Marco da Gagliano e le sue ‘sregolate bellezze’

Gabriele Giacomelli
Musicologo

Abstract

Sino dallo storico saggio biografico di Emil Vogel apparso nel lontano 1889, in Marco da Gagliano (Firenze, 1582 – ivi, 1643) si è sempre riconosciuto essenzialmente l’autore della Dafne, opera commissionatagli nel 1607 per le nozze (poi rinviate) fra Francesco Gonzaga e Margherita di Savoia, o anche, tutt’al più, della Flora per le nozze del 1628 fra Odoardo Farnese e Margherita de’ Medici). Una qualche attenzione è stata invero riservata anche ai sei libri di madrigali a cinque voci che sono stati oggetto di studio soprattutto da parte di Einstein, Butchart e Strainchamps. Ma i ruoli di maestro della cappella della cattedrale fiorentina di S. Maria del Fiore (1608-1643), e quindi della cappella granducale di Toscana, ricoperti dal Gagliano, lo indussero a comporre, soprattutto, una gran mole di musica sacra, tuttora per lo più ignota.

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