«Videmus nunc per speculum, in aenigmate»
Dal segno al suono: riflessioni su un mondo alla rovescia

Enrico Correggia

Abstract

Uno dei più grandi errori che possa commettere uno storico è quello di accedere alle fonti senza contestualizzarle, applicando criteri di lettura propri del suo secolo. Questa, che sembra un’affermazione lapalissiana, è in realtà la premessa fondamentale per provare ad affrontare una ricerca consapevole.
Perché ribadirlo in questa sede? Ognuno di noi sogna il suo medio- evo, che sia esso epico, cavalleresco, millenarista, cupo o luminoso. Ed è la prima, grande, epoca storica a subire questo processo. Ciò che ci è arrivato dai Romani, dagli Egizi, dai Mesopotamici viene riportato alla luce tramite le discipline archeologiche e trasformato in un museo a cielo aperto. Il medioevo no. Il medioevo vive ancora: le sue strutture sono uti- lizzate, siano esse chiese, banche o palazzi. Tanti dei suoi lasciti, materiali o immateriali, sono ancora funzionanti. E questo è un parametro che non dobbiamo mai dimenticare. 

Testo completo

TAG