Pietro Aretino, una circolazione manoscritta di rime e l’influenza dell’improvvisazione in ottava rima nei libri di madrigali di Paolo Aretino
Cecilia Luzzi
Docente di Storia della musica
Abstract
“Bella armonia, e soave concetto, dovea essere nel Cielo, Signor Pietro Divino, e fra le stelle amiche, il dì che Iddio e la Natura di voi fece altero dono a questa nostra etade; talché si crede che dalla concezione vostra, erano così benignamente accozzati i Pianeti, che non potevano produrvi se non qual voi sete, miracolo della Natura. […]”. Così scriveva Paolo Caggio, gentiluomo palermitano, segretario del Senato di Palermo nonché letterato e poeta, il 10 ottobre del 1550, a Pietro Aretino, cui dichiarava l’incondizionata ammirazione come maestro e modello dei suoi trattati di dottrina politica e sociale.