Appunti per una rivalutazione del ruolo della composizione per coro a cappella

marco Uvietta
Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento

Abstract

Questo intervento è un invito alla discussione sul tema della composizione corale contemporanea. L’autore individua negli ultimi decenni una sostanziale perdita di interesse per l’applicazione dei linguaggi della complessità al coro, in particolare quello a cappella. Si sono sviluppati invece linguaggi della semplificazione che considerano gli aspetti idiomatici del coro come limiti invalicabili; su questa base hanno trovato terreno fertile soluzioni neo-tonali e neo-modali che, anziché proporsi come una selezione di soluzioni possibili, hanno preteso di rappresentare il “nuovo” in sostituzione all’avanguardia. È rimasto quindi in ampia misura insondato il territorio fra queste due opzioni: è mancato in sintesi un processo di assimilazione della complessità che rendesse disponibili alle voci innovazioni destinate prevalentemente agli strumenti. Ciò ha determinato negli ultimi tre decenni una divergenza fra un trattamento atipico-strumentale delle voci (con prevalenza di ensemble solistici) e un’attitudine idiomatico-corale (succube della storia, del repertorio e delle scritture per coro del passato). L’autore auspica l’avvio di una fase di sperimentazione di soluzioni possibili, al fine di elaborare modelli di adeguato bilanciamento fra i due approcci.

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